Mi è pervenuta una locandina con la quale la Regione Sicilia insieme al Comune di Racalmuto e alla Fondazione Leonardo Sciascia promuove una manifestazione culturale per ricordare e onorare nel suo paese natale il grande scrittore nel centenario della nascita. Presumo che la locandina mi sia stata trasmessa in virtù dei rapporti di amicizia che mi legavano all’intellettuale e che adesso mi rendono assai attento e sensibile a tutte le iniziative che possano (tentare di) onorarne la memoria.
Ma in questo caso, volendo ammettere che addirittura mi si volesse invitare alla manifestazione programmata per il prossimo 7 agosto, si è verificato un effetto del tutto contrario che francamente, ben più che consistere in una semplice irritazione, potrebbe definirsi come un allarme per un maldestro tentativo di rendere omaggio a Sciascia paradossalmente distorcendo, e conseguentemente offendendo i valori e il senso della sua lunga e ininterrotta battaglia civile, indivisibile, come tutti sanno, dalla produzione letteraria e fortemente incisiva sul suo percorso esistenziale di cittadino e sulla sua poetica.
E proprio la lettura di quella locandina mi ha messo in allarme e lasciato allibito, come credo avrebbe lasciato allibito chiunque abbia conosciuto e stimato in amicizia Leonardo Sciascia. Questo a partire dalla modalità di commemorazione, assai anodina e bizzarra, che gli organizzatori (e, si badi, tra loro c’è addirittura come si è detto la Regione Sicilia da supporre impegnata con il suo attuale governo regionale) hanno prescelto: Sciascia verrà ricordato e onorato presentando il libro di Alessandro Pagano che, nel titolo, ne assume una celebre frase, Ce ne ricorderemo di questo pianeta.
Non è qui in questione un giudizio alcuno sul valore culturale di tale libro (che mi è del tutto ignoto e che mi augurerei di considerevole livello) ma quel che mi colpisce e mi rende assai diffidente è la prefazione dell’ormai notissimo giornalista Alberto Samonà, un neoleghista di derivazione neofascista, diventato istituzionale in Sicilia in quanto da qualche tempo assessore alla Cultura (proprio alla Cultura!) della Giunta regionale di governo presieduta da Nello Musumeci.
Ora, mentre non ho da far parola, ribadisco, sul libro che sarà “presentato”, mi sembra già allibente e aberrante che a “presentarlo” (e, secondo il copione, a “onorare Sciascia”) sia appunto quell’Alberto Samonà. Non perché, essendone il prefatore oltretutto non ne abbia pieno titolo, e neppure perché egli sia balzato da tempo alle cronache nazionali per certi suoi versi che inneggiano alle SS (“Guerrieri della luce generati da padre antico e dalla madre terra, nel sacrificio dell’ultima Thule, monaci dell’onore!”), ma perché, per quel che ne so, la sua pur abbondante produzione di poligrafo deliberatamente e da sempre dedicata alla ricerca e all’esaltazione dell’esoterico e dell’irrazionale sul solco del “fascismo mistico” e “magico” di Julius Evola (occultista, esoterista, nonché razzista), certamente lo abiliterebbe a correttamente interpretare e a tributare memoria a un qualche natale o centenario di Hitler o di Himmler, ma nient’affatto a interpretare e onorare un intellettuale di indiscutibile appartenenza alla civiltà dell’antifascismo come Leonardo Sciascia. Uno scrittore di incredibile caratura umana e civile che, come è quasi superfluo ricordare, fu per tutta la vita un tenace avversario di ogni forma di irrazionalismo e un tenacissimo e severo custode del pensiero critico e dei valori della ragione, ai quali, per la sua formazione illuministica, era persino devoto.
Ci sono pertanto ben solidi motivi per temere che questa infelice Sicilia governativa stia persino tentando, perseguendo certi traccheggi pseudointellettuali come quelli familiari a CasaPound, di far vestire l’orbace anche a Leonardo Sciascia, come si è già miseramente tentato persino con Marx e Gramsci! Il che, dal punto di vista culturale, sarebbe ancora più grave di quel che comporta, dal punto di vista politico, la mancata rimozione dal governo regionale di un personaggio perlomeno imbarazzante come Samonà: un atto invano richiesto a gran voce dalle forze democratiche e soprattutto, in prima fila, dall’Anpi, non certo sperando che il governo Musumeci potesse essere diverso da quel che è, ma puntando sull’eventualità che per elementari istanze di ubbidienza almeno formale ai valori della nostra Costituzione, nonché di buon gusto e di opportunità istituzionale, riuscisse a esserne capace.
E no, non ne è stato capace. Non ha voluto. Non ha mostrato un cenno qualsiasi di riprovazione per quell’inno alle SS e per la “mistica” dall’indiscutibile richiamo nazifascista incarnata in un suo esponente; ma, anzi, oggi sembra far sì che, tale mistica della pura irrazionalità, sovrastando e umiliando lo scrittore della ragione nel centenario della nascita, venga ritenuta e assunta come cultura. E Leonardo Sciascia? Che fa adesso Sciascia, se riesce a vedere, su “questo pianeta” il suo bel museo memoriale nella sede della Fondazione a lui intestata? Ritengo che vi si aggiri più disgustato che mesto, con uno di quei sorrisi sardonici, quasi un ghigno gentile, che talvolta i suoi gli amici vedevano sul suo volto.
Professor Giuseppe Carlo Marino, storico, docente di Storia contemporanea all’Università di Palermo, Presidente onorario dell’Anpi Palermo
Pubblicato sabato 31 Luglio 2021
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