Sono le staffette partigiane Carla, Piera, Giannetta Manurio detta “Manditu” e soprattutto Olga Bozzo – che giovedì 25 aprile, alle 17, al teatro comunale di Sori riceverà un attestato di riconoscimento per il suo impegno nella Resistenza sorese –, le protagoniste dello spettacolo “Fuente della libertà”, testo di Ivano Malcotti, interviste e direzione artistica di Valeria Stagno, regia di Giorgio De Virgiliis, che andrà in scena in varie località del Levante genovese a cavallo della Festa della Liberazione. A dar loro la voce, in questa rassegna teatrale chiamata “Staffetta delle staffette”, almeno 150 donne si alterneranno sul palco, in una rievocazione della Resistenza tutta al femminile.
«Siamo partiti dalla constatazione che quando si parla di Resistenza lo si fa quasi sempre al maschile – spiega Malcotti –. Mentre il ruolo fondamentale delle staffette e delle partigiane, spesso giovanissime, è poco conosciuto». Il testo quindi si affianca e si ispira al libro Donne per la libertà. Resistenza a Sampierdarena di Massimo Bisca, presidente provinciale dell’Anpi di Genova. E contiene alcune informazioni venute alla luce solo di recente, come la vicenda di Olga Bozzo, nata a Teriasca l’8 agosto del 1934: “sei giorni dopo che Hitler si è autoproclamato Führer ed è diventato un dittatore terrificante per l’intera umanità”, come lei stessa precisa. Preferiva non ricordare, Olga, al pari di molti protagonisti di quegli anni difficili. Fino a quando una sera, sentendo in tv il Presidente Sergio Mattarella dire “chi sa, parli”, si decise a raccontare: di quando bambina di soli 11 anni, salvò la vita a una famiglia ebrea, di quando portava il cibo agli uomini sui monti, fingendo di andare a giocare, o strillava per annunciare i rastrellamenti.
In una conversazione immaginaria con le sue amiche staffette – compresa Giannetta, soprannominata Manditu perché così, in dialetto genovese (mi hanno detto), apriva spesso i suoi discorsi – Olga nello spettacolo rievoca quel tempo. Con accenti a volte ironici a volte tragici, soffermandosi spesso sulla quotidianità e lasciando quindi spazio all’aspetto umano di uomini e donne che, scegliendo da quale parte stare, si fecero eroi. Ed ecco la visita di Mussolini a Sori, la maestra fascista che voleva tutte le sue allieve vestite di nero e non permetteva alle mancine di scrivere con la mano sinistra, l’ingresso dell’Italia in guerra scoperto ascoltando Radio Londra. Poi le perquisizioni, gli arresti, le esecuzioni. Gli allarmi aerei per i voli dei vari Pippetto (gli aerei da bombardamento Alleati, ndr) e le corse nei rifugi, la fame. L’amore di Rudolf per la sua Rosetta, la diserzione, la morte. Tutto intervallato da brani musicali, fino alla chiusa: “la Resistenza, come ha detto la staffetta Angiolina Michelini “Emilia”, è un fatto morale, è un mosaico nel quale migliaia di persone, donne e uomini, hanno portato un pezzetto e tutti insieme hanno formato il grande disegno chiamato Resistenza e noi in quel grande disegno saremo per sempre ricordate come le fuente (fonti, N) della libertà”.
Lo spettacolo, prodotto con il contributo del Gruppo Città di Genova, che appartiene al filone del teatro di cittadinanza, una costola del teatro politico istantaneo, e coinvolge attrici non professioniste, va in scena venerdì 19 aprile alle 21 a Teatro San Giuseppe di Mignanego. Poi sabato 20 alle 17.30 nella Sala Polivalente di Recco, mercoledì 24 alle 10 alla Sala Don Bozzo a Bogliasco e alle 18 nella sede Anpi di Sestri Levante, dove a interpretare Olga sarà la sindaca Valentina Ghio. Poi giovedì 25 aprile alle 17 al teatro comunale di Sori, dove Bozzo riceverà la pergamena dalle mani del presidente provinciale Anpi Massimo Bisca, e alle 21 al teatro Massone di Pieve Ligure, infine il 10 maggio a Santa Margherita.
Lucia Compagnino
Pubblicato lunedì 15 Aprile 2019
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