Genova, Palazzo Tursi, dove hanno sede le sale di rappresentanza del sindaco

L’indignazione è più che mai di casa oggi nella città Medaglia d’Oro della Resistenza. Il Consiglio comunale ha approvato, alla vigilia del Giorno del ricordo, una deliberazione che equipara fascismo e comunismo. “In un’unica riprovazione – tuona l’Anpi Genova – si vogliono accomunare oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori”.

La mozione è stata approvata all’interno di una proposta, avanzata con Forza Italia dalla maggioranza di centro-destra, per l’istituzione di un’anagrafe antifascista. Un’intenzione però, stando all’accaduto, piuttosto pallida, anzi trasformata: la metamorfosi si è compiuta aggiungendo una condanna dell’ideologia “comunista antidemocratica ed eversiva a difesa dei valori della nostra Costituzione”.

Il presidente del comitato provinciale Anpi Genova, Massimo Bisca

L’Anpi genovese affonda e chiede il ritiro della votazione.

27 gennaio 1945, l’Armata rossa libera il campo di sterminio di Auschwitz

Perché si ignora la storia, continua l’associazione richiamando la preoccupazione dell’Anpi nazionale quando il Parlamento europeo approvò a larga maggioranza una risoluzione in cui si mettevano sullo stesso piano nazifascismo e comunismo, azzerando d’un colpo “lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell’Unione Sovietica, più di 22 milioni di morti, persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata rossa”.

Scrivevano nel settembre 2019 la presidenza e la segreteria nazionali dei partigiani: “davanti al crescente pericolo di nazifascismi, razzismi, nazionalismi – si sceglie una strada di lacerante divisione invece che di responsabile e rigorosa unità”. Sottolineano ora gli eredi locali della lotta di Liberazione: “siccome due cose sbagliate non ne fanno mai una giusta, a Genova si è ripetuto lo stesso errore, aggravandolo”.

Il documento è stato accolto con 24 voti a favore (Lega Salvini premier, Cambiamo, Fratelli d’Italia, Vince Genova, Forza Italia, Italia viva), 7 astenuti (Pd, Lista Crivello), 5 presenti non votanti (dunque contro) del M5s.

Strasburgo, Parlamento europeo (Imagoeconomica)

Come accadde a Strasburgo anche a Genova dopo la votazione ci sono state prese di posizione autocritiche. Su Facebook hanno fatto ammenda i consiglieri dem Alberto Pandolfo e Alessandro Terrile e a seguire anche la capogruppo Cristina Lodi ha postato le sue scuse. Infine è arrivata una nota comune dei sei rappresentanti Pd in Consiglio: “è stato un errore votare il documento nell’impegnativa, da una parte sosteneva ancora una volta la raccolta firme per l’anagrafe antifascista, dall’altra introduceva un’equiparazione storicamente inaccettabile”. Anche qualche esponente nazionale del Pd ha invitato a chiedere scusa, lo ha fatto ieri il deputato e componente della direzione del Nazareno, Gianni Cuperlo.

L’Anpi Genova si fa portavoce di un sentimento forte e corale non ci sta a vedere calpestato il contributo fondamentale di un partito, il Pci, che pagò con i suoi uomini e le sue donne un prezzo durissimo “nella Resistenza e ancor prima già dall’impegno antifascista”, misconoscendo inoltre “l’impegno democratico dello stesso partito comunista nell’Assemblea costituente”.

guido_rossa_avvenire
Guido Rossa (da Avvenire)

L’Anpi Genova punta il dito: “Solo pochi giorni fa commemoravamo i fucilati a forte San Martino e quelli del Castellaccio di Righi, tutti comunisti”. I partigiani genovesi proseguono: “È un insulto mettere sullo stesso piano i lavoratori che scioperavano e chi li ha caricati sui treni e mandati a Mauthausen. La partigiana e costituente Teresa Mattei, che il sindaco Bucci ha ricordato nel salone di rappresentanza di Tursi era comunista”. Così “Guido Rossa l’operaio e delegato della Cgil ucciso dalle Brigate rosse che abbiamo ricordato il 22 gennaio scorso”.

L’augurio è “che al più presto giunga dal Consiglio comunale, al fine della sua stessa autorevolezza e credibilità, un chiaro segnale di radicale ripensamento, nel solco dei principi che ispirarono la nostra Carta costituzionale e la collocazione del nostro Paese in un’Europa unita, figlia dell’antifascismo e delle donne e uomini che si opposero ai regimi nazifascisti”.

E conclude: “Ai cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, si presentarono i soldati dell’Armata Rossa: non certo i consiglieri del centrodestra. Ecco perché è stata una brutta giornata per la nostra città e per chi siede nell’aula rossa di Tursi. Un bel ripasso di storia farebbe bene a tutti”.