Francesco Del Casino

“No pasaran. A Dino Giacobbe comandante della batteria Rosselli“

Nato a Siena nel 1944, formatosi all’Istituto d’Arte “Duccio di Buoninsegna” e a Firenze da Renzo Grazzini, è stato tra i pionieri del muralismo italiano.

Fin dagli anni 60 diviene il principale autore dei dipinti famosi in tutta la Sardegna, e a Orgosolo, dove si trasferisce per insegnare educazione artistica nelle scuole, inizia la sua attività realizzando nel 1975 i primi murales per celebrare i trent’anni della Liberazione dal nazifascismo.

Francesco Del Casino all’opera

Oltre a Nuoro dove conosce il partigiano Dino Giacobbe, i suoi dipinti si diffondono a San Gavino Monreale ed escono dall’Isola fino a raggiungere Reggio Emilia, Sanremo, Grenoble, Mosca e Siena, dove nel 1985, conclusa la carriera dell’insegnamento scolastico, torna per proseguire l’attività artistica. Il suo legame con la Sardegna è sempre forte e, insignito della cittadinanza onoraria di Orgosolo, vi ritorna in varie occasioni.

“Omaggio a Antonio Gramsci”

Nel 2018 viene accolto a Nuoro per dedicare un murale proprio agli antifascisti nuoresi nel giorno del 70° della Liberazione; nel 2021 dipinge a Pau per i 130 anni della nascita di Gramsci e i 700 di Dante, e nel 2022 crea per il Comune di Orgosolo una maternità in terracotta, scultura eseguita con la collaborazione di Pino Muggianu.

“Mariangela Maccioni, maestra e antifascista”

Il murale realizzato a maggio del 2018 assieme a Teresa Podda con ANPI e Comune di Nuoro, si trova in Piazza Italia ed è costituito da quattro dipinti che ritraggono figure importanti dell’antifascismo sardo: l’ingegnere Dino Giacobbe, oppositore del fascismo anche in Spagna contro la dittatura di Franco; Diddino Chironi, tipografo attivista politico perseguitato dal regime e compagno di prigione di Gramsci; la maestra Mariangela Maccioni che ha insegnato la libertà nelle scuole elementari fino all’arresto da parte dei fascisti con l’espulsione dall’insegnamento, e la cui celebre frase “Non temo chi può uccidere il mio corpo, ma chi può offendere il mio spirito” rappresenta in pieno il suo carattere resistente.

La vicinanza e l’ammirazione dell’autore verso queste grandi personalità sono accentuate dall’incontro personale diretto con alcune di loro (Dino Giacobbe, Emilio e Joyce Lussu) nei primi anni di permanenza in Sardegna e dalle storie che ancora si ricordano e vengono tramandate nella regione.

La tecnica impiegata utilizza colori a pennello e inserti di ceramica fissati a muro con la collaborazione di Franco Davoli realizzati per i volti dei tre personaggi. Le tonalità delle tinte sono intense ed evocano tutta l’energia dei protagonisti rappresentati nell’opera con riferimenti inspirati a Picasso e Guttuso riconoscibili nel tratto inconfondibile di Francesco del Casino.

“Viva la Costituzione”