Persone e Luoghi

martedì 4 Novembre 2025

Ebrei di Libia: dalle persecuzioni fasciste al pogrom del 4 novembre 1945

Le ricostruzioni storiche hanno reso evidente l’influenza determinante della colonizzazione e dominazione straniera, italiana prima, britannica poi, sul degrado progressivo dei rapporti fra arabi ed ebrei. Il racconto delle visite di Mussolini a Tripoli, le dichiarazioni di Italo Balbo, il comportamento indecente dei soldati regi, la deportazione. Durante la Seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna occupò gran parte del territorio e fu sotto la sua amministrazione che pochi mesi dopo la fine del conflitto, in circostanze mai chiarite pienamente, prese il via a Tripoli un pogrom che durò quattro giorni e causò la morte di 130 persone, il ferimento di 450, e oltre 2.000 profughi

martedì 9 Settembre 2025

Lo strano caso del generale Bellomo, che dopo l’armistizio combatté i tedeschi e fu fucilato. Dagli inglesi

L’11 settembre 1945, unico alto ufficiale italiano, venne condannato da un tribunale britannico e giustiziato per crimini di guerra. Non una voce si levò in sua difesa, nonostante il 9 settembre 1943 avesse salvato lo strategico porto di Bari dalla distruzione tedesca, senza aver ricevuto ordini superiori e sebbene esulasse dalle competenze assegnate. Durante il Primo conflitto sembra abbia evitato la corte marziale a Giuseppe Di Vittorio, che aveva abbandonato il reparto a Caporetto. E nel successivo era stato durissimo con i fascisti impenitenti. Una vicenda paradigmatica di un tempo di sconvolgimenti in cui era possibile compiere improvvisamente gesti che oggi si definirebbero eroici e, d’altra parte, restare impigliati nell’intreccio di episodi oscuri in cui l’errore o l’ingenuità confinano con la colpa e prestano l’occasione opportuna all’intrigo e alla vendetta

lunedì 30 Giugno 2025

Quel fiero popolo del deserto segregato nel “giardino del diavolo”

Da ormai cinquant’anni 200mila Saharawi, cacciati dal Sahara Occidentale nel 1975, vivono esiliati in uno dei più grandi complessi di campi per rifugiati al mondo, un mare di sabbia, uno dei luoghi più ostili del pianeta, 50 gradi d’estate, 0 in inverno. Una tragedia umanitaria diventata, anno dopo anno, una delle più lunghe e controverse della storia moderna, silenziosa, accantonata, spesso dimenticata

giovedì 10 Aprile 2025

Quelle strade intitolate al collaborazionista Almirante

Ecco una mappa interattiva realizzata anche grazie al contributo dei lettori di Patria, parte di un’inchiesta che con il loro aiuto punta a smascherare un’operazione politica e culturale mirata a fare entrare dalla finestra un’ideologia che la Storia ha fatto uscire dalla porta principale. Vi continueremo a raccontare il personaggio e gli scheletri di cui poco o niente si sa, ma sono ben stipati nel suo personale armadio della vergogna. Intervisteremo sindaci per chiedere conto della scelta toponomastica, e lanciamo fin da subito a tutte le cittadine e a tutti i cittadini una proposta: attiviamoci insieme per dedicare ogni strada non intitolata al repubblichino fucilatore di partigiani, oppure soppressa, a un uomo o una donna delle istituzioni democratiche e antifasciste

giovedì 13 Marzo 2025

In Vietnam l’Agente Arancio americano uccide ancora

Un reportage dalla “Piccola Tigre” asiatica perché gli effetti delle guerre, gli strascichi più vigliacchi, non finiscono con il cessate il fuoco. Non bastava il napalm, per defogliare la giungla dove i Viet Cong si rifugiavano, l’esercito statunitense sganciò milioni di litri di diossina. Eppure i combattenti senza armamenti in grado di competere con quelli del Paese più potente del mondo riuscirono a sconfiggerlo. Ma oltre mezzo secolo dopo la popolazione porta ancora i segni sul corpo e nello spirito di un veleno dagli effetti devastanti anche a lungo termine, provocando cancro, malformazioni ossee e severe patologie fino alle generazioni di oggi

mercoledì 29 Gennaio 2025

27 gennaio 2025. Ha vinto la Memoria

La celebrazione dell’80° anniversario della Liberazione del lager ha rappresentato un gigantesco evento che ha coinvolto centinaia di città e di paesi registrando una partecipazione particolarmente numerosa di popolo. Sono stati coinvolti Comuni, associazioni, sindacati, vedendo come protagonista l’Associazione nazionale dei partigiani e le sue strutture centrali e decentrate. Si è trattato di un messaggio fondamentale per svelenire un clima politico e sociale intossicato dalla strage di Hamas del 7 ottobre e dall’inaudito massacro di palestinesi da parte di Netanyahu. Ma è stata anche una vittoria su tutte le menzogne che sono state diffuse contro l’Anpi

martedì 17 Dicembre 2024

La vittoria conquistata e perduta. L’epopea eroica delle Zone Libere delle Valli del Taro e del Ceno

L’esperienza complessa delle formazioni combattenti nel Parmense, con tanti giovani provenienti da diversi territori del Paese, le differenti visioni di strategia militare e politica della lotta, il tentativo di realizzare un Comando unico, i rapporti difficili con le popolazioni di montagna, le direttive del Pci e la voglia di riprendersi la vita di chi cominciava a respirare aria di libertà, le linee di condotta calate dall’alto. Una storia gloriosa finita tragicamente ma depositaria di un messaggio politico rivolto al futuro, alla democrazia così difficile da affermare, ieri come oggi

lunedì 16 Dicembre 2024

80 anni di ANPI – La Resistenza continua

Le tappe salienti dell’impegno dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia si intrecciano strettamente con la vita della Repubblica. Da ieri a oggi. Il video è stato realizzato da Silvia Folchi, testi di Gabriele Bartolini, Silvia Folchi, Andrea Liparoto. Da guardare e scaricare

Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

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Un gigante dai piedi d’argilla. Il diritto internazionale di fronte ai conflitti armati e al genocidio

Le norme, i principi giuridici e gli organi che regolano le relazioni tra Stati sovrani con l’obiettivo di garantire pace e stabilità nella comunità mondiale mostrano oggi tutta la loro fragilità. Dalla Guerra Fredda ai conflitti contemporanei e lo sterminio del popolo di Palestina, le promesse tradite di un sistema che resta indispensabile ma troppo spesso è impotente. La legge del più forte e la guerra hanno ripreso il dominio, mentre proliferano ovunque i processi di riarmo e il presidente Usa con disprezzo bolla come inutili tutte le istituzioni sovrazionali e sanziona i magistrati della CPI che hanno osato emettere un mandato di cattura nei confronti di Netanyahu

Palestina, dalla tregua fragile alla costruzione della pace

I movimenti in Italia e nel mondo hanno scosso le coscienze e isolato Israele, ma ora è necessario uno scatto nuovo. Il ruolo fondamentale che l’Onu deve riprendere e assumere pienamente e quello finora assente della Ue, la richiesta di liberazione di Barghouti, la ricostruzione nella prospettiva dell’avvio della costituzione di uno Stato palestinese in uno scenario di due popoli in due Stati e le tentazioni dei potenti di “sedersi a tavola” per spartirsi il pranzo. Cosa possiamo fare come Anpi

Stato di Palestina, sì o no? Due popoli e due Stati, uno Stato unico oppure altro ancora?

Nonostante non si fermi il piano israeliano di spopolare Gaza, nonostante il genocidio, l’odio seminato a piene mani e la Cisgiordania a rischio di formale annessione da parte di Tel Aviv, può ancora esistere un futuro per i palestinesi perché i sentimenti delle persone, le speranze o la disperazione, si alimentano e si modificano sulla base della vita quotidiana: per un bimbo la scomparsa di un check point sulla via per la scuola è di per sé un pezzo importante di liberazione. Cosa possiamo fare come Anpi in questo preciso momento storico affinché inizi un processo negoziale che dia dignità e pace a quel martoriato popolo. Ecco alcuni spunti per una proposta strategica

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