Si è detto che i gruppi erano formati da donne di tutte le ideologie, di tutti i ceti sociali, di tutte le fedi. Io vi ho appartenuto essendo socia della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Infatti le donne, le giovani cattoliche, scelsero la Resistenza come un dovere e la loro adesione ebbe una lunga preparazione nelle Associazioni parrocchiali, in particolare nell’Azione Cattolica. Militando nelle Associazioni, avevano conosciuto il valore della democrazia e sofferto lungamente la perdita della libertà. Quanti loro raduni erano stati vietati o bruscamente interrotti dalla polizia fascista!
Da Roma il Santo Padre Pio XII, parlando ai laureati cattolici in quei giorni, aveva lanciato a tutti i cattolici un severo monito: «Non lamento ma azione è il precetto dell’ora!». E questo è stato il motto del giornale In Marcia, l’organo clandestino delle donne democristiane. Infatti ogni Partito aveva un giornale o delle pubblicazioni specializzate per le donne.
Il Papa richiamava i cattolici al loro compito: quello di non piangersi addosso, ma di agire con tutte le altre forze per il bene della Patria.
Pertanto le donne cattoliche aderirono alla Resistenza con un bagaglio ideologico e pratico e alla dittatura scelsero la libertà, imboccando una strada molto dura, coscienti, insieme agli uomini, che era loro compito agire. I militanti cattolici s’inserirono nelle file partigiane, si affiancarono alle donne nella lotta contro l’oppressore nelle fabbriche, nelle aziende, fecero parte dei CLN.
Mio marito Franco Garena, dipendente del quotidiano torinese La Gazzetta del Popolo, aveva aderito al CLN all’interno della redazione. Per la delazione di un’impiegata, viene imprigionato con tutti i componenti il Comitato nella caserma “Balbis”, dove avvenivano torture e massacri. Fu liberato dai partigiani che espugnarono la caserma. Appena uscito andò a salutare la mamma, poi con i colleghi rimasti andò in redazione per far uscire il primo giornale di Torino libera!
Io ho conosciuto i Gruppi di Difesa della Donna nella mia parrocchia torinese di S. Gioacchino sinistrata da ben tre bombardamenti. Ci riunivamo in Parrocchia o in case private, sempre cambiate, o nella sede dell’Azione Cattolica. Quando a Torino si fece una statistica delle donne su cui la Resistenza poteva contare, le Associazioni cattoliche presentarono gli elenchi delle loro aderenti.
Resistere, cioè – come ho scritto – agire insieme donne di tutte le ideologie, ceti sociali, di tutte le fedi: ecco ciò che ci hanno insegnato i Gruppi di Difesa della Donna! È questa unità il miracolo della Resistenza! Miracolo che mai potrà dimenticare chi ebbe la fortuna di esserne comunque partecipe e di cui non possiamo mai rassegnarci a veder impallidire, estinguere, la luce.
Parecchie erano le mansioni delle aderenti ai Gruppi di Difesa della donna.
Il mio compito ufficiale era quello della diffusione della stampa clandestina dei volantini, del giornale In Marcia, dei manifesti, compito soprattutto molto importante nella preparazione delle giornate insurrezionali.
Le mansioni erano diverse: raccogliere indumenti specialmente di lana da mandare ai combattenti per la libertà sulle montagne (è stato il primo compito che ci ha unite). Inoltre si dovevano raccogliere viveri, medicinali, materiale per il pronto soccorso, denaro da offrire alle famiglie dei carcerati, dei deportati, dei condannati a morte.
C’erano pure le staffette che tenevano i collegamenti con i partigiani, staffette per avvertire i ricercati; c’erano le infermiere, le donne-medico che andavano dove c’erano segnalazioni di feriti e non mancavano le donne che pietosamente si occupavano di dar sepoltura ai caduti.
I Gruppi di Difesa della Donna prepararono i giorni dell’insurrezione nei minimi particolari.
Di seguito alcune immagini – clicca per ingrandire – dello spettacolo “Libere e resistenti” – promosso dallo SPI-CGIL di Torino (leggi il programma di sala al link http://www.anpitorino.it/eventi/Convegno_spettacolo.pdf) – presentato al Teatro Carignano nel corso del Convegno “Noi, compagne di combattimento… – I Gruppi di Difesa della Donna, 1943-1945”
Pubblicato venerdì 20 Novembre 2015
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