Si auspicava che il rappresentante del Viminale non concedesse l’autorizzazione alla formazione neofascista, dopo le prese di posizione del sindaco Dipiazza e del presidente di Regione Fedriga, esponente di destra il primo, leghista l’altro. Invece secondo il prefetto Annapaola Porzio “fin che siamo in democrazia non si può decidere chi può sfilare o meno”. Dunque via libera, il 3 novembre, al corteo nazionale delle tartarughe frecciate nonostante, da quanto si apprende, il raduno non si terrà in centro ma in periferia: ragioni di sicurezza dettati dai preparativi per la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, atteso il giorno successivo in occasione della Festa dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze armate e della chiusura ufficiale delle celebrazioni nel centenario della Grande guerra.

La decisione del prefetto di accordare Trieste ai “nipotini del duce” è uno schiaffo per la città Medaglia d’oro della Resistenza, la città della Risiera di San Sabba che ha appena celebrato l’80° delle ignobili leggi razziali.

La Risiera di San Sabba oggi

L’Anpi triestina, ha subito reagito. Come già aveva fatto non appena si era saputo dell’adunata nera, convocata – via facebook – per festeggiare il centenario della vittoria nel primo conflitto mondiale. I partigiani avevano scritto alle Autorità competenti per chiedere il divieto. Ad esprimere un’immediata fortissima contrarietà ai neofascisti era stata anche la Chiesa con Monsignor Ettore Malnati. Fortissima la vicinanza della società civile, delle associazioni, dei sindacati e dei semplici cittadini, tanto da ottenere appunto la presa di distanza dei rappresentanti di Comune e Regione.

Ora dal presidente dei partigiani Fabio Vallon arriva un appello per promuovere, in contemporanea, il 3 novembre “una manifestazione antifascista per riaffermare i valori della Costituzione”.

Ecco il testo integrale:

“Tante, tantissime voci, laiche e religiose, si sono alzate a Trieste in questi giorni contro la provocatoria manifestazione dei fascisti del terzo millennio di CasaPound, oltraggio alla città Medaglia d’oro della Resistenza. A fronte della concreta possibilità che la manifestazione possa effettivamente svolgersi, è giunto il momento di una grande unità antifascista e di mobilitazione popolare contro i fascismi e i razzismi, come 73 anni fa. Non è questo il tempo di aspettare, non è questo il tempo di eccessivi distinguo, non è questo il tempo di privilegiare interessi particolari di consenso, di rendita di posizione o di rappresentanza. Non è questo il tempo degli indifferenti.

Chiediamo ai cittadini e alle cittadine democratiche di Trieste, a tutte le forze politiche, economiche, culturali, sindacali e religiose della nostra città che si riconoscono nei valori dell’antifascismo e della Costituzione italiana di partecipare ad una grande, pacifica, inclusiva manifestazione per dire no all’odio, alla paura, alla violenza ed alla discriminazione, e per dire un forte sì alla solidarietà, al rispetto dell’altro e per riscoprire il valore ed il senso delle nobili parole fratellanza e pace, che sono alla base della democrazia e dell’antifascismo”.

«Le adesioni stanno già arrivando – anticipa Vallon -. I cittadini sono indignati e preoccupati. Ricordano ancora le migliaia di estremisti giunti a Gorizia tre anni fa per “festeggiare” l’ingresso dell’Italia nella Prima guerra. Per di più, in un capoluogo di 200mila abitanti come il nostro, centro storico e periferia sono praticamente contigui e c’è dunque molto timore».

Chi volesse aderire all’iniziativa democratica può scrivere alla mail anpivzpi@gmail.com.

Due giorni fa la seduta del Consiglio comunale in cui si dovevano discutere mozioni sul corteo neofascista si è tenuta sotto l’occhio vigile di una decina di militanti di CasaPound. Non sembra proprio un buon inizio.