Dal 26 al 28 giugno 2009 a Chianciano Terme si svolgeva la Conferenza nazionale d’organizzazione dell’ANPI. Il documento preparatorio per tale Conferenza fu scritto da Luciano Guerzoni e pubblicato il 6 febbraio. A più di otto anni di distanza mantiene un’attualità e una freschezza impressionante. È infatti anche alla luce delle indicazioni contenute nelle sue pagine che si è strutturata l’ANPI negli anni successivi. Fu allora che si avviò quella “nuova stagione” che doveva consolidarsi prima col 15° congresso nazionale (2011) e successivamente col 16° congresso (2016). Pubblichiamo il testo del documento non solo per la sua utilità ed efficacia, ma anche a testimonianza delle profondità di veduta e dell’ampiezza di orizzonte che caratterizzava Luciano Guerzoni. L’ennesima prova del valore di un dirigente che ha contribuito in modo determinante alla costruzione dell’ANPI di oggi, alla sua apertura, alla sua unità, alla presenza al suo interno di tante generazioni, al suo prestigio.

UNA NUOVA STAGIONE PER L’ANPI

Per l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia si è aperta una nuova stagione.

In un Paese colpito da una grave crisi economica e sociale ove la destra al governo, forte della maggioranza elettorale, non solo alimenta una intollerabile revisione della storia con iniziative vergognose e provocatorie quali la proposta di legge che pretende di equiparare i partigiani ai repubblichini di Salò, ma tenta di occupare il potere in ogni campo, attivando pericoli per l’ordinamento dello Stato e la vita democratica, a volte inadeguata è l’azione dell’opposizione.

La crisi dei partiti, resa più acuta anche dai diffusi fenomeni di corruzione, è sotto gli occhi di tutti. Alimenta frustrazione in vasti settori della popolazione mentre violenze, intolleranze e razzismi allarmano e pongono a rischio la tenuta della convivenza civile.

In questa situazione difficile l’ANPI, con la sua limpida storia, per le sue idealità e le sue battaglie può costituire sempre più un punto di riferimento per i democratici di ogni fede e ceto.

Una grande responsabilità nazionale

Per queste ragioni si è aperta per l’ANPI una fase di grande responsabilità nazionale. Nostro compito è suscitare sentimenti di fiducia e di speranza in tante parti del popolo, che credono nella necessità e nella possibilità che si affermi una diffusa presa di coscienza e si dispieghi un’azione unitaria per la difesa e il rinnovamento della democrazia, come lo furono la riscossa e la vittoria della Lotta di Liberazione sempre evocata e celebrata dal 25 aprile.

Con questa missione l’ANPI non può e non intende sostituirsi ai partiti ma vuole stimolare un processo unitario tra le forze politiche e sociali che si riconoscono e si ispirano ai valori di pace, giustizia e libertà che la Costituzione ha posto a base della convivenza.

Il nostro impegno è stato definito nei documenti di indirizzo approvati in successione dal Comitato Nazionale (Roma, 4 giugno 2008) e dal Consiglio Nazionale (Cervia, 15-16 novembre 2008), organi ai quali spetta definire la politica dell’Associazione.

Questo impegno dell’ANPI richiede una verifica del funzionamento degli organi dirigenti, delle strutture organizzative e dei metodi di lavoro dell’Associazione affinché siano conformi alle norme dello Statuto e adeguate secondo le modifiche che sono state deliberate nel 14° Congresso di Chianciano del 2006, in forza delle quali nuove generazioni di antifascisti si sono affiancate alle precedenti.

Migliaia di nuovi soci, di ogni età, si sono iscritti ed agiscono unitariamente, nel rispetto dello Statuto che richiede impegno, dedizione e passione creativa e, nello stesso tempo, ottemperanza rigorosa delle regole di disciplina, solidarietà e altruismo che sempre più ci debbono contraddistinguere.

Un forte impegno per la democrazia

L’ANPI intende attivamente collaborare ad un sostanziale rilancio unitario della coscienza democratica del nostro popolo, al fine di realizzare, nell’interesse generale della nostra comunità, quel progresso democratico e sociale che costituisce una vitale necessità per il nostro Paese. In questo senso l’ANPI intende esercitare un ruolo di “coscienza critica” della democrazia, affinché essa non divenga, senza la partecipazione dei cittadini, un “guscio vuoto” ed i partiti politici realizzino pienamente la funzione ad essi attribuita dall’articolo 49 della Costituzione.

Bisogna difendere la democrazia, rinnovarla con la rigenerazione della politica e dell’etica pubblica, affinché i partiti – fulcro indispensabile – non più chiusi nelle istituzioni e nei centri di potere, si aprano con trasparenza alla società, cambino i metodi di governo, interpretino i bisogni dei cittadini e vi rispondano con progetti e programmi adeguati a risolverli, e con nuova vitalità e credibilità siano impegnati nella ricerca del bene comune.

Di questo c’è bisogno affinché i cittadini siano protagonisti: contro la guerra e il terrorismo; della sicurezza; della salvaguardia della salute e dell’ambiente; di una giustizia e di un’informazione al servizio dei cittadini e non asservite al potere; della difesa e dell’estensione dei diritti sociali e civili, fonti di dignità, libertà e condizione di inclusione sociale e non di discrimina-zione delle fasce deboli della popolazione a partire dai cittadini stranieri immigrati. Solo così i giovani potranno essere artefici dei loro progetti di vita e le donne – sottratte alla violenza – conoscere nuovi traguardi di dignità, di affermazione di sé, di valorizzazione della loro personalità e di effettive pari opportunità in tutti i campi.

Non ovunque si è sviluppato adeguatamente il processo di nuove adesioni. Spesso si è articolato in modi disordinati, trascurando le norme dello Statuto laddove si precisa che “l’ammissione dei soci è deliberata dai Comitati Provinciali e la domanda di iscrizione deve essere corredata dalla necessaria documentazione”.

Il valore delle organizzazioni provinciali e locali e dei loro organi dirigenti si misura non solo dal loro corretto funzionamento ma anche dalla capacità di stabilire un rapporto intenso con la società, a partire dalle istituzioni scolastiche e formative nelle quali studenti ed insegnanti sono protagonisti di un movimento di lotta contro le politiche governative che impoveriscono la scuola pubblica e le università, per una più alta qualità dell’istruzione e per far sì che essa sia sempre più occasione di promozione sociale e di integrazione.

In questo ambito, va riconfermata e resa più intensa l’attenzione che l’ANPI ha sempre riservato all’istituzione militare: al suo ruolo specifico nella compagine dello Stato e delle Pubbliche Amministrazioni e, con particolare riguardo all’attività di formazione e di educazione delle Forze Armate negli ideali della Resistenza e nei princìpi della Costituzione nei quali si è fuso il più alto patrimonio ideale del Risorgimento.

L’intenso lavoro di fronte a noi impone all’ANPI di garantire l’efficienza nel funzionamento degli organi dirigenti centrali – il Presidente Nazionale, la Presidenza, il Comitato Nazionale e la Segreteria – e di quelli periferici – Comitati Provinciali, Sezioni e Comitati Regionali – nel pieno rispetto dei relativi ruoli, così come sono definiti dallo Statuto.

Un contributo importante potrà venire dall’attività delle Commissioni per le questioni istituzionali e da quella per la valorizzazione della memoria oltre che dagli Osservatori per la tutela della Costituzione e la difesa ed il rinnovamento della democrazia e da quello per la promozione e la difesa dei diritti umani, per il disarmo e la pace già deliberati.

Europa e Cultura

È necessario sottolineare che l’impegno politico dell’ANPI non deve essere limitato all’ambito nazionale, ma va esteso a quello internazionale, in particolare a quello europeo, tenendo in debito conto la situazione sempre più “globale” della realtà in cui viviamo. In tal senso dovranno essere curati, in vista di iniziative comuni, i rapporti con l’associazionismo antifascista europeo. Sotto questo profilo l’ANPI deve essere organizzativamente strutturata, in modo tale da contrastare il revisionismo che non solo in Italia tende a mistificare i valori di liberazione umana e sociale che hanno caratterizzato le lotte contro i totalitarismi del Novecento.

Per queste stesse finalità va promosso, con una preparazione adeguata, un incontro nazionale con esponenti significativi del mondo della cultura e dell’arte e dell’editoria, affinché anche con il loro contributo, nuovo impulso possa ricevere l’azione volta a diffondere nell’opinione pubblica e tra le nuove generazioni gli ideali dell’antifascismo e i princìpi della Costituzione.

Compiti della Conferenza Nazionale di Organizzazione: verificare e costruire insieme lo “stato” dell’Associazione

Con il Congresso di Chianciano l’ANPI ha deciso di non concludere la sua storia e di costruirsi un futuro con “una nuova stagione”.

Gli iscritti all’ANPI nel 2007 sono stati 100.917, conteggiando anche le adesioni degli antifascisti. Nuove energie intellettuali e morali hanno arricchito l’Associazione e sono protagoniste della nostra attività come è emerso anche con la 1a Festa Nazionale. Dunque una “nuova stagione” è possibile e grandi sono le disponibilità.

Si ritiene necessario allora – per costruire il futuro dell’ANPI, al di fuori di velleitarismi e di petizioni propagandistiche – definire un quadro aggiornato al 2008 dello “stato” dell’Associazione.

A questo fine è volto il “Questionario” deliberato dal C.N. Compilato, per la parte loro riguardante, dai Presidenti dei C.P. e sottoposto, per la sua rilevanza, alla valutazione delle conferenze provinciali e inviato entro aprile al “Centro”, esso servirà a definire lo stato dell’Associazione da sottoporre al vaglio della Conferenza Nazionale di Organizzazione.

Resistenze e incomprensioni, diffidenze e sottovalutazioni, mancati o discontinui impegni, vanno vinti.

Decisivo, per una “nuova stagione dell’ANPI”, è che nell’Associazione il rapporto tra i partigiani e gli antifascisti sia scevro da rotture generazionali, da giovanilismi paternalistici e da piaggerie opportunistiche o reverenziali, e si fondi invece sulla consapevolezza della reciproca indispensabilità e della comune funzione oltre che sulla parità di doveri e diritti.

L’imperativo è lavorare insieme affinché sulla memoria dell’antifascismo e della Resistenza, si fondi il futuro della democrazia italiana.

Un nodo da sciogliere: generazioni diverse lavorino insieme

Per questo ai più anziani tocca liberarsi dalla naturale tendenza a chiudersi nel passato, ed essere disponibili al necessario cambiamento. E ai più giovani necessita comprendere che non c’è futuro solido e desiderabile se non lo si costruisce su di un patrimonio ideale alto e senza ispirare ad esso la loro vocazione all’innovazione.

Nel Paese sul rapporto tra le generazioni si è aperto un grande dibattito.

L’ANPI può contribuirvi realizzando nell’Associazione “un pensare ed un agire insieme” e una coesione esemplare tra le diverse generazioni. Questa visione del rapporto fra le generazioni va assunta da tutta l’Associazione quale fondamento distintivo di una rinnovata cultura dell’ANPI e dei suoi iscritti. È dunque di una crescita culturale di tutti i soci partigiani e antifascisti che c’è bisogno per “lavorare insieme” tra generazioni diverse.

E di ciò si dovrà tener conto nella formazione degli stessi organi dirigenti ad ogni livello.

Più iscritti all’ANPI

Condizione indispensabile per costruire una “nuova stagione” dell’ANPI, è conquistare un consistente aumento dei soci.

150.000 soci iscritti nel 2011 è l’obiettivo – ambizioso e, al tempo stesso, possibile – che possiamo porci e realizzare di qui al prossimo Congresso Nazionale, con una grande campagna politica e organizzativa di due anni che veda un impegno forte, determinato del Comitato Nazionale e dei Comitati Provinciali, dei Comitati Regionali e delle Sezioni per una molteplicità di iniziative culturali e politiche, di informazione, di studio e dibattito, sui temi della difesa e del rinnovamento della democrazia.

Un’ANPI più nazionale

Con l’adesione degli antifascisti l’ANPI può rafforzarsi ed estendersi a tutto il territorio nazionale anche là dove la sua presenza è meno organizzata ed incisiva. E ciò può avvenire con la costituzione, a livello locale, di comitati promotori che coinvolgano le forze democratiche.

In questo ambito occorre un impegno determinato per dotare i Comitati Provinciali e le Sezioni dell’ANPI di una propria sede anche richiedendo, nella qualità di Ente Morale, la disponibilità degli enti locali.

Con l’ANPI per la democrazia: una iniziativa di due anni

Di fronte alla situazione della nostra democrazia, rifugiarsi nell’antipolitica e nell’astensionismo, svilire le istituzioni, accondiscendere ad una partecipazione dei cittadini solo settoriale e localistica e non invece istituzionale, non sconfigge il disegno di questa destra populista, all’opposto lo favorisce poiché sollecita nei cittadini passività, inerzia e rassegnazione ed alimenta sfiducia.

La democrazia di cui c’è bisogno è quella che ha ispirato i protagonisti della Liberazione e sancita dalla Costituzione.

Fondata sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica ed a quella delle Istituzioni, essa è stata capace di includere nella vita politica e civile tutte le forze democratiche ed ha costituito il fattore propulsivo dei grandi mutamenti sociali e politici che hanno cambiato l’Italia.

Cultura della memoria per il futuro della democrazia

Conservare la memoria. Farne il fondamento dell’educazione e della formazione culturale e civile, innanzi-tutto delle nuove generazioni, negli ideali dell’antifascismo e della Resistenza e nei princìpi della Costituzione: sono questi i punti fondamentali di quella strategia della memoria per il futuro della democrazia che – centro dell’iniziativa dell’ANPI – ne delineano in modo inequivocabile, l’identità e la funzione.

Qui vi è altresì il presupposto delle analisi, delle proposte e delle politiche dell’Associazione e dei loro confini, e, al tempo stesso, il parametro con il quale l’ANPI giudica: i governi e la loro politica; le decisioni del Parlamento e delle Istituzioni regionali e locali; quelle dei partiti e dei movimenti politici, dei sindacati e delle associazioni e delle altre espressioni della società civile.

Un nodo da sciogliere: l’ANPI non è un partito ma la casa di tutti i democratici

È tutto ciò che fa dell’ANPI non un partito, anche quando interviene e si batte affinché le decisioni del governo, delle istituzioni e delle forze politiche, siano coerenti con le idealità dell’antifascismo e della Resistenza e con i princìpi costituzionali. È su questa base – con questi contenuti – non per scelte pregiudiziali di schieramento, che l’ANPI, in quanto associazione politica e culturale per la democrazia, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, stabilisce i suoi rapporti con le forze politiche, sociali e le istituzioni.

In questi anni il contributo dell’ANPI per la valorizzazione delle radici e dei protagonisti delle lotte e degli ideali dell’antifascismo, affinché la loro memoria sia guida politica e morale per le nuove generazioni, è stato intenso e generoso unitamente a quello delle altre associazioni della Resistenza e dell’antifascismo e della deportazione razziale e politica. E determinante è stato il suo contributo ad istituire la Giornata della Memoria che si celebra ogni anno il 27 gennaio.

Qualificato è stato l’apporto degli istituti storici e di tanti insegnanti e dirigenti scolastici. Determinante quello dei sindacati, dell’associazionismo democratico e quello di molte istituzioni locali e regionali. L’accresciuto prestigio politico e morale conseguito, il riconoscimento diffuso della sua funzione, le tante energie intellettuali e morali che si è riusciti a mobilitare, devono incoraggiare l’Associazione a superare i limiti di discontinuità, gli squilibri di iniziativa, non solo tra il nord e il sud ma all’interno stesso di regioni e province, che tuttora persistono nell’attuazione della strategia della memoria.

Su tutto ciò fonda la nostra antica ambizione, che oggi può finalmente realizzarsi, di fare dell’ANPI la casa di tutti i cittadini antifascisti, di tutti gli elettori e di tutti gli iscritti ai partiti che si riconoscono nell’antifascismo e nella Costituzione.

Più donne nell’ANPI

Nella lotta partigiana, nella Resistenza, le donne hanno avviato da protagoniste, alla pari degli uomini, un cammino di emancipazione e liberazione che, proseguito negli ultimi 60 anni, ha segnato la società italiana di conquiste di giustizia, libertà e civiltà.

Ancora oggi la democrazia ha bisogno della cultura, degli obiettivi e delle lotte di liberazione delle donne così come le donne, per traguardi di dignità e libertà che rendano ancora più civile l’Italia, hanno bisogno della democrazia.

Più donne iscritte e protagoniste della vita e delle politiche dell’ANPI possono contribuire al rinnovamento della democrazia. Per una vigorosa iniziativa sul rapporto “democrazia e donne ieri ed oggi”, sarà convocato, prima della Conferenza Nazionale, il Coordinamento Nazionale Femminile.

Organi dirigenti e strutture organizzative

Affinché l’ANPI sia all’altezza dei suoi nuovi compiti, gli organi dirigenti centrali e territoriali, oltre alle capacità necessarie ad assolvere alle loro funzioni di dire-zione, occorre imprimano alla propria attività più tempestività e continuità, per accrescere l’azione dirigente e rendere più intensa e incisiva l’iniziativa. Anche per rispondere a queste necessità la composizione degli organi dirigenti ad ogni livello, sempre improntata al pluralismo culturale e politico, deve essere adeguata e resa conforme alle innovazioni statutarie decise dal 14° Congresso Nazionale di Chianciano e alla realtà attuale degli associati.

A questo fine, accanto ai partigiani combattenti e patrioti – della cui presenza e del cui contributo autorevole non possiamo privarci a rischio di un grave impoverimento – debbono aver posto, negli organi dirigenti, soci antifascisti delle generazioni successive a quelle della Resistenza. Soddisfare insieme queste due necessità, fa sì che il ricambio generazionale nell’ANPI abbia caratteristiche sue proprie rispetto a quanto avviene nei partiti, nei sindacati ed in altre associazioni.

Comitati Regionali

Per rendere più efficace il coordinamento e l’unifica-ione dell’attività associativa si ritiene necessario che i Comitati Regionali non abbiano natura facoltativa ma vengano istituiti in tutte le regioni italiane.

Segreteria Nazionale

Dal canto suo la Segreteria Nazionale, nell’attuare le decisioni deliberate dagli organi dirigenti e far fronte con operatività e tempestività alla direzione quotidiana dell’Associazione, avvalendosi anche dell’apporto di Patria e del Sito, deve: informare puntualmente delle sue attività il Presidente e la Presidenza Nazionale, mantenere in modo organico e permanente i rapporti con tutte le strutture dell’Associazione, e perseguire una sempre più intensa azione di intervento, comunicazione e coordinamento.

Regolamenti

Può essere opportuno che il Comitato Nazionale e il Consiglio Nazionale si dotino in prospettiva di un proprio regolamento interno, allo scopo di rendere più efficace e democraticamente trasparente il loro funzionamento.

“Comitati d’onore”

Inoltre, al fine di rafforzare quanto più possibile l’autorevolezza e l’efficacia delle posizioni che l’ANPI è impegnata ad assumere, si propone di dare vita a “Comitati d’onore” a livello delle strutture nazionale, regionali e provinciali dell’Associazione, da comporre con personalità di rilievo – portatrici di cultura della democrazia e di una ricca esperienza civile e politica – alle quali riservare una tessera onoraria appositamente istituita. Ciò può rivelarsi una decisione importante per rendere più ricca l’ANPI e le sue iniziative oltre che per dare voce a numerose e importanti energie intellettuali, morali e civili affinché possano intervenire sulle questioni cruciali che riguardano la fase attuale del nostro sistema democratico.

Commissioni, Gruppi di lavoro e Incarichi

A livello nazionale, oltre a Commissioni, potranno essere istituiti con propri responsabili Gruppi di lavoro ed affidati incarichi più specifici. Le Commissioni, i Gruppi di lavoro e gli Incaricati sono da considerarsi articolazioni interne dell’Associazione.

Risorse finanziarie

L’autofinanziamento dell’ANPI si fonda sulle risorse provenienti dalle tessere dei soci ed è condizione della sua autonomia.

La sobrietà e la trasparenza nell’uso e nella destinazione delle risorse finanziarie e il rispetto della legge nella tenuta della contabilità vanno praticati con rigore e costituiscono parte essenziale dei compiti degli organi dirigenti.

La “nuova stagione dell’ANPI”, affinché sia una realtà effettiva richiede che l’Associazione – oltre a proseguire nel contenimento delle spese e nell’apporto dell’impegno volontario dei dirigenti – possa disporre di maggiori risorse.

Anche a fronte di una deprecabile ma possibile riduzione del contributo dello Stato resta decisivo realizzare l’aumento degli iscritti. Si avanzano quindi le seguenti proposte:

– un aumento del costo della tessera a partire dal 2010;

– una forte iniziativa dell’Associazione per sollecitare gli iscritti e i partigiani, gli antifascisti, a riservare il 5×1000 all’Associazione;

– una sottoscrizione nazionale da effettuarsi nel corso della preparazione del prossimo Congresso Nazionale.

La comunicazione

Patria

Alla luce dei nuovi compiti dell’Associazione diviene sempre più importante la funzione di “Patria” – rivista mensile dell’ANPI – nella sua duplice caratteristica di organo di documentazione storica e di divulgazione della storia dell’antifascismo, della Resistenza e della democrazia – principale iniziativa editoriale del genere – e di organo di informazione sulle politiche e le iniziative dell’Associazione.

Si ritiene necessaria una riflessione strategica su eventuali innovazioni che potrebbero fare della rivista uno strumento ancora più incisivo di elaborazione e comunicazione politica.

Attenzione adeguata va riservata da parte di tutte le strutture dell’Associazione, agli abbonamenti e per l’aumento della diffusione, innanzitutto con l’impegno nazionale straordinario in occasione del 25 aprile.

Sito web e informatizzazione

Per una efficace strategia di comunicazione – sia verso l’esterno che tra le singole ANPI – è fondamentale l’utilizzo di internet e della posta elettronica. Il sito dell’Associazione, www.anpi.it, con i suoi 1.300.000 visitatori annui ha raggiunto degli ottimi risultati. Nello spazio web denominato Facebook è stato avviato un gruppo di discussione e diffusione “ANPI”, che in pochi mesi ha ottenuto oltre 10.000 iscritti.

A otto anni dalla sua fondazione, il sito è ora oggetto di una riflessione per giungere in tempi brevi a una riforma, che lo metta al passo con lo sviluppo delle tecnologie e renda più semplice ed efficace il rapporto con i siti e i “blog” delle singole realtà dell’ANPI.

Tutti i Comitati Provinciali, Regionali e le Sezioni che non fossero forniti di un computer collegato a Internet, dovrebbero dotarsene per migliorare la propria comunicazione con il resto dell’Associazione e verso l’esterno.

La gestione del Sito deve essere affidata dagli organi dirigenti ad un responsabile competente di fiducia e può essere occasione per costituire gruppi giovanili. Tutto ciò nella prospettiva di definire un progetto informatico nazionale dell’ANPI.

Istituti Storici e INSMLI

Per la strategia della memoria, particolarmente importante è la collaborazione tra l’ANPI e la rete degli istituti storici.

Fondata sulla condivisione del patrimonio dell’antifascismo, ovunque essa va ripristinata e intensificata – nel riconoscimento della reciproca autonomia, di una distinzione dei ruoli e dei diversi ambiti di azione – o può essere decisiva, non solo per contrastare il revisionismo mistificatorio della verità e della storia, ma per definire, insieme, una programmazione capace di rispondere alle esigenze comuni e, allo stesso tempo, per valorizzare e supportare le iniziative verso la scuola oltre che per la messa in valore del patrimonio archivistico e documentativo dell’ANPI e per un uso più efficace delle risorse finanziarie ed innanzitutto affinché gli istituti si confermino nel territorio, “presìdi” della memoria e della storia della Resistenza.

In questo contesto e per le stesse finalità l’ANPI e le associazioni dell’antifascismo e della Resistenza debbono riservare maggiore attenzione alla vita e alla attività dell’Istituto Nazionale per la Storia del movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) di rilevante importanza per le sue funzioni e di raccordo e coordinamento della rete dei 63 istituti storici operanti sul territorio nazionale.