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In piazza a Chivasso, città metropolitana di Torino, c’erano anche un’assessora della Regione Piemonte e l’ex sindaco, insieme all’Anpi e a tanti cittadini. Ieri sera, mercoledì, la manifestazione ha dato voce a chi non ci sta a veder infrante le regole democratiche.

L’antefatto: CasaPound aveva chiesto al Comune l’autorizzazione per un presidio con istallazione di un gazebo davanti alla stazione ferroviaria di Chivasso. Ma l’amministrazione cittadina non ha rilasciato il via libera all’occupazione del suolo pubblico. Motivo: le tartarughe frecciate non hanno sottoscritto la dichiarazione di accettazione dei principi sulla “Tutela dei principi della Costituzione repubblicana”, disposti da una delibera del Consiglio cittadino a maggio del 2018. Con l’approvazione del provvedimento, il parlamentino locale ha uniformato il comportamento interno e l’attività amministrativa ai principi sanciti nella Carta fondamentale italiana e nella XII disposizione, alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e al quadro normativo nazionale e internazionale, oltre che all’art. 2 dello Statuto comunale, finalizzati a contrastare ogni forma di discriminazione, religiosa, razzista, sessista od omofoba; a vietare comportamenti riconducibili alla riorganizzazione del disciolto partito fascista e a impedire manifestazioni pubbliche di organizzazioni neofasciste o neonaziste.

Il documento da firmare chiede “di riconoscere che i principi costituzionali su cui si fonda la Repubblica Italiana comportano il ripudio del fascismo e del nazismo, di cui è vietata, sotto qualsiasi forma, la riorganizzazione”; di dichiarare la volontà di “impegnarsi a garantire e a vigilare affinché l’attività che andrà a svolgere l’iniziativa sia conforme ai principi di cui agli articoli 2 e 3 della Costituzione”; e di “essere a conoscenza delle conseguenze che la violazione delle norme comporta, compresa la revoca dell’autorizzazione concessa”.

“Noi ovviamente una dichiarazione di adesione ai presunti valori dell’antifascismo non la firmiamo”, hanno dichiarato i coordinatori regionali di Cp. Che hanno avuto l’autorizzazione della questura per manifestare ma hanno dovuto rinunciare al gazebo. Così ieri sera, si sono ritrovati in appena una trentina in piazza Garibaldi. Ai fascisti del terzo millennio, nonostante abbiamo gridato al successo, il flop non è andato giù e hanno ben pensato di ricorrere alle minacce: “Abbiamo informato i nostri legali affinché possano essere assunte tutte le più opportune iniziative a tutela del diritto di manifestare nostro e di chiunque altro”.

In tanti invece hanno partecipato all’iniziativa democratica con rappresentanti delle istituzioni, l’assessora regionale Gianna Pentenero e l’ex sindaco di Chivasso, Libero Ciuffreda, tra gli altri, dei partiti, delle associazioni della società civile, con il sodalizio partigiano in prima fila. L’ex primo cittadino di Chivasso durante l’intervento ha detto: «Siamo contro i violenti. Siamo contro quei signori che si rifanno alle leggi naziste e fasciste»; e ancora «Andate via della nostra città. Non appartenete alla nostra cultura»; poi ricordando Don Dublino: «Era un sacerdote che accoglieva gli ebrei quando voi volevate bruciarli. Vergognatevi».