«Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita: di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma, d’acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea, la tua delicata struttura».
Con queste parole Pablo Neruda, il 5 gennaio 1942, ricorda Tina Modotti e questi versi, a mio avviso, potrebbero guidare il visitatore della mostra Tina Modotti. La nuova rosa. Arte, storia, nuova umanità, allestita a Udine presso Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea.
Le sale espositive propongono un vastissimo repertorio fotografico e documentale di e su Tina Modotti che ne ripercorre sia la complessa biografia che il contesto storico in cui viveva, fondamentale per comprenderne le scelte di vita, considerando che la sua storia attraversa la prima metà del Novecento passando differenti scenari storici e politici. La mostra si articola in tre sezioni che partono dal Messico degli anni Venti, per arrivare all’antifascismo internazionale e alla guerra civile spagnola.
Nessuna definizione precisa può racchiudere l’intensa attività di Tina Modotti: l’operaia, la migrante, la sarta, l’attrice, la modella, la fotografa, la militante comunista, l’antifascista, la ribelle. La sua vita, il lavoro, il pensiero, i legami affettivi prendono forma da quella sua personale combinazione tra espressione artistica e impegno politico-sociale. Si susseguono le peregrinazioni che partono dal Friuli, terra natale, e la portano in Austria, negli Stati Uniti, in Messico, in Germania, in Russia, in Francia, in Spagna e nuovamente in Messico. Tina cresce, evolve, muta attraverso svariati cambiamenti di stile e le relazioni sentimentali segnano svolte importanti, tracciate da lutti e separazioni, che diventano una sorta di metronomo: Roubaix de l’Abrie Richey detto Robo, Edvard Weston, Xavier Guerrero, Antonio Julio Mella, Vittorio Vidali.
In questa importante esposizione viene presentata, oltre alle foto già note, una documentazione inedita o mai esposta in Italia, come le carte e le fotografie originali lasciate da Jolanda Modotti, sorella di Tina, relativa alla famiglia e agli amici negli Stati Uniti e in Messico negli anni Venti e la corrispondenza intercorsa tra Jolanda, Vittorio Vidali e Sylvia Thompson.
Sono, inoltre, esposte per la prima volta in Italia 18 fotografie di Tina Modotti che documentano l’attività del Movimento delle scuole libere di educazione agraria e della Lega delle Comunità agrarie nei villaggi di Chiconcuaa, Tocuila, Ocopulco e Chipiltepec, ubicati nel distretto di Texcoco. Sono arrivate sino a noi grazie alla donazione fatta all’Istituto nazionale di antropologia e storia di Città del Messico da Savitri Sawhney, figlia di un esule indiano, Pandurang Khankhoje, nazionalista rivoluzionario hindu emigrato in Messico negli anni Venti, professore alla Scuola nazionale di agronomia e direttore delle Escuelas libres de agricoltura. La loro importanza non si limita alla fase documentativa sull’attività delle scuole, perché queste immagini testimoniano anche la trasformazione artistica di Tina Modotti.
L’esposizione promossa dal Comitato Tina Modotti e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine, è stata realizzata dai Civici Musei con la collaborazione di istituzioni scientifiche sia nazionali che internazionali, come l’Istituto Gramsci e l’Istituto nazionale di antropologia e storia di Città del Messico, solo per citarne alcune.
Comitato scientifico: Antonio Cobalti, Enzo Collotti, Marì Domini, Paolo Ferrari, Vania Gransinigh, Gian Paolo Gri, Ferruccio Montanari, Claudio Natoli, Federico Pirone, Umberto Sereni, Roberta Valtorta, Romano Vecchiet.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio 2016 dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17.00 (chiuso il lunedì). Ingresso: € 5,00 interi; € 2,50 ridotti.
Catalogo pubblicato da Forum, Editrice Universitaria Udinese.
In concomitanza con la mostra è stato organizzato un convegno scientifico internazionale su Tina Modotti e la storia del Novecento che si terrà il 19 e il 20 novembre a Udine presso il Polo economico-giuridico dell’Università degli Studi di Udine (Via Tomadini 30/A, Aula 2). L’evento, promosso dall’Università di Udine, vedrà la partecipazione di studiosi tra i più qualificati a livello nazionale e internazionale, di storici e storiche della fotografia, nonché delle più accreditate biografe di Tina Modotti negli Stati Uniti, nel Messico, in Spagna e in Italia.
Pubblicato venerdì 20 Novembre 2015
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