Mai più fascismo, il fascismo non passerà. Sono gli slogan intonati il 15 marzo in contemporanea da Bruxelles a Budapest, da Roma a Kϋnzelsau in Germania, da Atene ad altre città europee per manifestare contro la parata in Lettonia delle Waffen-SS, veterani e nostalgici della famigerata legione nazista responsabile – tra il 1941 e il 1945 – della morte e deportazione di migliaia di ebrei e oppositori politici.

La mobilitazione è stata lanciata dalla FIR, la Federazione Internazionale dei Resistenti, e da associazioni combattentistiche civili democratiche per rispondere alla sfilata che dal 1991 nella capitale Riga, ogni 16 marzo, richiamava neonazi ed estremisti di destra da tutto il Paese e da cinque anni anche da ogni parte d’Europa, in particolare giovani dell’ultradestra di Ungheria, Ucraina, Estonia e Lituania.

L’organizzatore principale del raduno è il partito di estrema destra Daugavas Vanagi e alcuni suoi rappresentanti in Parlamento presenziano regolarmente il corteo. Lo scorso 16 marzo circa un migliaio di simpatizzanti neonazisti con ritratti di Hitler, rune celtiche e i simboli dell’ideologia razzista, antisemita e concentrazionista hanno marciato in tenuta paramilitare tra le strade di Riga verso il Monumento della Libertà.

Le autorità lettoni anche quest’anno hanno impedito agli antifascisti locali di manifestare e hanno fermato tre attivisti mentre mostravano cartelli con le immagini delle vittime del nazismo. Inoltre in ogni edizione dell’adunanza rendono difficilissimo l’ingresso nel Paese a esponenti democratici stranieri: la polizia ha fermato due giovani tedeschi (per le scorse edizioni erano stati arrestati anche esponenti di delegazioni di deputati tedeschi del parlamento europeo). Da parte delle forze politiche democratiche e della società civile antifascista, il timore è la creazione di una internazionale nera con salde basi all’est. La crescita di movimenti e partiti neofascisti e neonazisti in tutta Europa motiva la preoccupazione.

Così la FIR ha invitato a una protesta pacifica e silenziosa sotto le sedi delle ambasciate e dei consolati lettoni nelle altre capitali e città europee.

Il presidio a Roma

A Bruxelles si è tenuto un presidio silenzioso sotto la sede del Parlamento europeo. In Germania la manifestazione è stata a Kϋnzelsau nel Baden-Wϋrttemberg. Nella capitale italiana è stato promosso un sit-in sotto l’ambasciata lettone. Insieme all’ANPI c’erano i rappresentanti delle principali associazioni combattentistiche e della Resistenza: l’Anpc, i partigiani cristiani, la Fiap, la federazione delle associazioni partigiane, l’Anvrg, i veterani e reduci garibaldini. Con loro rappresentanti dell’Aned, gli ex deportati nei campi nazisti, dell’Anppia, i deportati politici, dell’Anei, gli ex internati, e dell’Opera Nomadi. In Lettonia, a 20 km a sudest di Riga, hanno ricordato le associazioni alla cittadinanza, sorgeva il campo di sterminio di Salaspils, attrezzato per esperimenti su cavie umane.

Con la Giornata del legionario si commemora la prima battaglia delle Waffen-SS contro l’Armata Rossa nel 1944. Si glissa sulle stragi di 12mila civili lettoni (di cui 2mila bambini), la distruzione di centinaia di villaggi in Russia, Bielorussia e Polonia compiute dalle Waffen-SS lettoni e nell’operazione punitiva antipartigiana “Magia invernale” e sull’eliminazione dell’intera comunità ebraica – circa 60mila persone – e della popolazione Rom – circa 5mila persone – compiuta dal Comando Arajs della polizia ausiliaria.

Le Waffen-SS nacquero nel 1941 come reparti volontari, per poi essere inquadrate sotto il diretto comando di Heinrich Himmeler nelle divisioni 15ª e 19ª SS Granatieri e arrivando a contare 150mila uomini. Nel dopoguerra, molti collaborazionisti riuscirono a evitare il processo di Norimberga, trovarono rifugio all’ovest, spesso impiegati nella guerra fredda, per poi rientrare con la fine dell’Urss.