cover-libro-su-anpiL’agile volume sulla storia dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia nasce dalla tesi in Storia contemporanea dell’autore, in occasione della sua seconda laurea in Scienze della Comunicazione, integrata dalle ricerche condotte in particolare nella sede nazionale dell’ANPI, a Roma. Consultando e studiando gli Atti dei Congressi, la collezione dei numeri di Patria indipendente cartaceo, edito dal 1952, oltre al primo analogo tentativo di una storia dell’ANPI condotto dal giornalista Lucio Cecchini, direttore della testata dal 2001 al 2004, è nato così una sorta di manuale completo ad uso di quanti, praticamente in poche ore, vogliano conoscere e comprendere vicende e ideali che hanno portato all’Associazione come è oggi. Un risultato ottenuto anche analizzando i documenti prodotti dagli organi dirigenti negli ultimi venti anni e seguendo le modifiche e gli aggiornamenti dello Statuto associativo, dal primo testo dell’ottobre 1944, alla costituzione in Ente Morale con Decreto Luogotenenziale del 4 aprile ’45, fino all’apertura alle giovani generazioni nel 2006 e alla recente acquisizione della personalità giuridica richiesta dalle nuove normative sugli enti “senza scopo di lucro”.

De Angelis è andato soprattutto alla ricerca dei momenti di “transizione” che hanno indirizzato le scelte dell’ANPI, producendo mutamenti e accelerazioni. A partire dalla rottura dell’unità partigiana, con la scissione e la fuoriuscita dei rappresentanti delle Brigate del Popolo e di quelle Autonome, all’indomani del 1° Congresso e alla vigilia delle elezioni del ’48, per proseguire con la battaglia politica contro la cosiddetta “legge truffa” nel ’53 e con le lotte per contrastare la svolta reazionaria del governo Tambroni nel 1960. Nei decenni successivi avviene il passaggio da una fase mutualistica e assistenziale, che aveva visto l’Associazione investita del ruolo istituzionale per le pratiche di riconoscimento delle qualifiche partigiane, nonché in prima fila nel reinserimento dei combattenti nel tessuto sociale e produttivo del Paese, verso un’azione per la tutela della memoria e del patrimonio ideale ispiratore della Resistenza e della Costituzione. Un momento simbolico è la chiusura (alla fine degli Anni 50) dei Convitti-scuola Rinascita, innovativa formula di formazione, specializzazione e avviamento al lavoro in cui, per tutto il periodo della Ricostruzione, si sperimentarono i primi abbozzi di stage aziendali e, contemporaneamente, si svilupparono i princípi e le pratiche per una scuola democratica. Altro filo da seguire nel libro è la costruzione di una autonomia dell’ANPI dalla politica dei partiti e degli schieramenti, passo dopo passo, scelta dopo scelta, nel difficile contesto interno e nella logica sovranazionale dei “blocchi” contrapposti.

Arrigo Boldrini, il partigiano “Bulow”, viene decorato dagli Alleati
Arrigo Boldrini, il partigiano “Bulow”, viene decorato dagli Alleati

Non mancano nel volume di De Angelis dettagliate sezioni dedicate ai profili dei protagonisti degli oltre settant’anni di vita associativa, a cominciare naturalmente da Arrigo Boldrini, il “Comandante Bulow”, Presidente ininterrottamente dal 1947 al 2006, così come al ruolo delle donne e del coordinamento femminile dell’ANPI. In appendice, oltre a un rapido corredo iconografico, è inserita un’ampia intervista ad Andrea Liparoto, dal 2009 responsabile nazionale della comunicazione, nella quale sono illustrate le strategie per veicolare e ribadire “autorevolezza” e “autonomia” della parola dell’ANPI.

Obiettivo tanto più determinante oggi, in quanto la “nuova stagione” dell’ANPI, con la recente 16ª campagna congressuale, ha innescato definitivamente l’ingresso delle nuove generazioni ai vertici dell’Associazione, a livello nazionale e locale. E obiettivo primario della rinnovata presidenza di Carlo Smuraglia è proprio la formazione interna al più alto livello possibile. Anche sulla storia dell’ANPI, minimo comun denominatore per dirigenti e iscritti.

Daniele De Paolis, giornalista