Il banchetto per il tesseramento dell’Anpi a L’Aquila. Al centro della foto, il presidente provinciale, Fulvio Angelini. Prima da destra, Betty Leone, vicepresidente nazionale

Potrebbe sembrare una cosa retorica, ma credeteci: dedicare il tempo al tesseramento dell’Anpi è una delle cose che più riempie di soddisfazione e di fiducia. Lo abbiamo fatto sabato e domenica 17 e 18 febbraio a L’Aquila allestendo un banchetto ai Quattro Cantoni nel cuore della città. Il tempo era bellissimo, un po’ freddo come la stagione richiede, ma perfetto per intercettare il passeggio cittadino del fine settimana. È stato bello vedere tante compagne e compagni, con le loro famiglie e i figli anche piccolissimi, venire apposta lì a iscriversi, dedicando anche loro un po’ di tempo a questa scelta. Ed è stato ancora più bello incontrare per la prima volta tanti altri che si sono avvicinati incuriositi, vedendo le bandiere, le persone che parlavano tra loro, sentendo le note della “musica di lotta”.

In poche ore, tra un sabato e una domenica di metà febbraio, abbiamo raccolto 117 tessere. E molte altre sono state già “prenotate” da persone che non riuscendo a venire, si sono scusate e ci hanno pregato di preparargliela la tessera. Per sé, per il marito, per tutta la famiglia. A ogni contatto con chi si iscriveva, mentre compilavamo il tagliando, abbiamo ricevuto un incoraggiamento, ascoltato una parola di rabbia per il clima generale del Paese. Abbiamo raccolto una domanda su cosa fare di più, sui prossimi appuntamenti, sulla necessità di trovare parole nuove e giuste per stimolare l’impegno e coinvolgere i giovani.

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Naturalmente faremo di tutto per non deluderli. Onorando la memoria degli anniversari, dei Martiri della Liberazione, delle date fondative della Repubblica. Cercheremo di farlo rilanciando le sfide per difendere i diritti sociali, per contrastare “l’autonomia differenziata”, per stare vicino alla povera gente con gesti di solidarietà e impegno civile, per aiutare gli immigrati magari a imparare l’italiano per inserirsi meglio nella nostra società.

Questa è la sfida più grande. Proteggere la memoria quando si cerca di riscrivere la storia, di riabilitare i fascisti, di equiparare vittime e carnefici, di minimizzare gli orrori e le colpe del nazifascismo, ecco questo è il primo compito dell’Anpi: un dovere che abbiamo verso la storia, i protagonisti della Resistenza, gli artefici della Costituzione e della nostra libertà di oggi.

(Imagoeconomica, Nyancho Nwanri)

Ma insieme a questo il compito più arduo è proprio quello di far capire cosa rischiamo di perdere se si colpisce la sanità e il diritto alla salute è riservato ai ricchi, se l’istruzione torna ad essere appannaggio di pochi, se alla stampa o alla magistratura si chiede (o si impone) di non dare fastidio, se l’unica economia florida resta quella degli armamenti, se si tollerano discriminazioni e razzismi, se si incita all’odio additando come un nemico i disperati che fuggono dalla miseria per morire nel Mediterraneo.

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Ecco. Dobbiamo tradurre in parole semplici e chiare e coerenti queste minacce. E dire che se in questo mondo aumentano le ingiustizie sociali, i pochissimi ricchi diventano straricchi e milioni di poveri diventano miserabili, ecco, dobbiamo saper dire che la colpa non è del destino. Ma delle politiche, delle scelte, di coloro che illudendo le persone, finiscono per conservare questo sistema crudele e malato.

Forse non è facile la sfida che abbiamo di fronte, perché il potere di chi governa ci sembra più forte delle nostre parole. Ma non fa niente. In fondo gli uomini e le donne che animarono la Resistenza erano molti meno della maggioranza silenziosa e indifferente degli italiani. Eppure seppero interpretare i bisogni e i desideri di chi voleva una vita migliore e riuscirono così a salvare il Paese.

A noi, in fondo, basta molto meno del coraggio che ebbero loro. Ci serve solo la forza di dire le cose giuste in cui crediamo.

Sezione Anpi L’Aquila