A Turbigo, paesino di 7.500 anime nella città metropolitana di Milano sulle sponde del Naviglio Grande, CasaPound ha messo radici e promuove la cultura. In Municipio. Con Mussolini, prima e dopo piazzale Loreto, annunciavano le locandine. Un libro presentato dalle tartarughe frecciate sabato 25 febbraio nella sala comunale delle vetrate, concessa dall’amministrazione a guida Forza Italia-Lega Nord-Fratelli d’Italia. Iniziativa difesa a spada tratta dal primo cittadino al punto di pretendere pubbliche scuse dal presidente dell’ANPI provinciale di Milano, Roberto Cenati, per aver osato chiedere la revoca dell’autorizzazione e l’intervento della magistratura per violazione delle leggi Scelba e Mancino sull’apologia di fascismo.
«A Turbigo le opinioni politiche sono tutte salvaguardate e hanno pari dignità come da Costituzione», ha sostenuto il sindaco. Tanto è vero che un’altra sala era stata data in affitto il giorno prima per la nascita di una sezione dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Dunque la dittatura del ventennio equiparata di fatto alla Resistenza. E la legalità della Repubblica non sarebbe stata affatto offesa ospitando il figlio dell’autore del volume: Gabriele Leccisi, avvocato, che nel 2015 venne condannato a un mese e dieci giorni di carcere, pena sospesa, per aver teso il braccio nel saluto romano durante una seduta del Consiglio comunale di Milano. Un passato in Fiamma Tricolore, il penalista si sfilò dal Movimento di Luca Romagnoli – «unico rimpianto lasciare i pochi camerati rimasti» – e preferì dedicarsi interamente al Circolo culturale intitolato al padre Domenico, con il quale «potranno collaborare tutte le associazioni che si riconoscono nei veri valori». CasaPound, appunto.
Una manifestazione all’insegna della storia, in memoria di un “cuore nero” di tutto rispetto. Il volume, datato 1991 e pubblicato da Settimo Sigillo, casa editrice di area, racconta le gesta del trafugamento della salma di Mussolini dal cimitero di Musocco, avvenuto nel 1946. Fatto che consegnò il protagonista, Domenico Leccisi, alla celebrità internazionale. Nel blog a lui intitolato, a cura del discendente, viene ricordato come iscritto al PNF, combattente della RSI, molto noto negli ambienti del neofascismo italiano, nonché deputato MSI in due legislature fino al 1963.
L’amministrazione comunale di Turbigo, da oltre tre lustri saldamente di destra, sa scegliere i suoi eroi e onorarli intitolando loro strade. Così per Ezio Maria Gray, scrittore e giornalista, dal 2009 ricordato a passanti e residenti. Pezzo grosso del regime, convinto sostenitore del Manifesto della Razza del 1938 e delle leggi razziali, Gray aveva avviato fin dall’anno precedente una campagna radiofonica per la loro approvazione. Luogotenente generale della Milizia, consultore della Scuola di mistica fascista, componente della Commissione per la bonifica dei libri, Gray sedeva nel Gran consiglio del fascismo ed era nel direttorio nazionale del PNF. Dopo l’8 settembre ’43 aderì alla RSI e sulla stampa si prodigò in encomi per la “Muti”. Nel dopoguerra, avrebbe dovuto scontare una condanna a 20 anni di prigione, ma nel ’46 era già a piede libero per l’amnistia Togliatti. Non perse tempo e capeggiò sigle neofasciste clandestine, per poi contribuire alla fondazione dell’MSI, nelle cui liste venne eletto senatore. Quando nel 2014 una mozione dell’opposizione consiliare, richiesta con una petizione popolare da centinaia di cittadini, provò a chiedere la cancellazione dell’intitolazione, chi c’era a dar man forte alla giunta? Decine di militanti di CasaPound, in divisa nera, arrivati da altri territori. In aula tensione alle stelle e fuori i carabinieri in tenuta antisommossa.
Intitolazione che viene, intitolazione che va: piazza Primo Maggio a Turbigo non c’è più dal 2011, essendole stata preferita la Madonna della Luna. Sentimento religioso non sempre confermato: in occasione di una iniziativa con il vescovo di Ivrea, Monsignor Bettazzi, il Comune rifiutò il patrocinio. Concesso invece nel novembre 2016 a “Italianski Karasciò”, italiani brava gente, evento promosso dal circolo culturale Ezio Maria Gray di concerto con l’Associazione Memento, costola di Lealtà e Azione. Per intenderci, si tratta delle teste rasate-felpa nera-bandiera tricolore in mano, che il 25 aprile omaggiano i saloini al campo X di Milano e promuovono presidi anti-immigrati. In perfetta consonanza con le idee xenofobe dell’organizzazione internazionale antisemita di cui fanno parte, gli Hammerskin, nata negli Usa da una branca del Ku Klux Klan. Dunque, a Turbigo e dintorni, i gruppi di estrema destra finora concorrenti sembrano riuscire a operare in accordo, con la benedizione del Municipio: CasaPound al fianco di Lealtà e Azione. Sono accomunati, inoltre, dall’immancabile propaganda anti-immigrati, circa un migliaio, provenienti da Pakistan, Marocco, Cina, Est Europa che campano con lavori e mestieri ormai abbandonati dagli italiani.
Così, se a livello nazionale la novità è la confluenza di Lealtà e Azione nella Lega Nord, a Turbigo non si sono sorpresi: sarebbe in atto una sorta di prova generale per dimostrare che sotto la parola d’ordine “sovranità”, finora appaltata da CasaPound, c’è posto per tutti e in vista delle future elezioni politiche una lista unica Lega Nord-Fratelli d’Italia, e via elencando, è possibile. Il timore è un’ulteriore saldatura con sigle ancor più estreme della galassia nera. Alzando il tiro, le preoccupazioni per un escalation di violenza aumentano.
A circa cinque chilometri da Turbigo c’è Castano Primo. Qui due anni fa CasaPound organizzò un raduno nazionale nei locali comunali, ma l’autorizzazione dell’amministrazione venne revocata. La reazione delle tartarughe frecciate non si fece attendere, occuparono la struttura e il sindaco castanese ricevette minacce di morte. Allo scandalo di risonanza nazionale, CasaPound pensò allora di presentare il suo volto buono e, come fa in Grecia Alba dorata, distribuì aiuti e denaro alle persone indigenti allestendo gazebo anche nei Comuni limitrofi. Inoltre, l’alto milanese confina col varesotto. E Varese vuol dire Do.Ra, l’organizzazione paramilitare neonazi (quella che aveva anche chiesto di processare i partigiani dell’ANPI per crimini di guerra) ora sotto indagine da parte di due procure per apologia di fascismo e odio razziale, dopo l’appello del Ministero dell’Interno seguito a un’interrogazione parlamentare.
Forse adesso qualcosa si sta muovendo anche per i fatti di Turbigo. Fino a un paio di anni fa, la risposta a interpellanze e interrogazioni parlamentari sull’intitolazione della strada al gerarca Gray e le successive tensioni era stata chiara: “l’attribuzione dei toponimi è di competenza del prefetto, disciplinata da un legge del 1927, e al momento non si ravvisano gli estremi di un intervento normativo”. Lo scorso dicembre un nuovo atto è stato presentato e questa volta sembra avere avuto maggior ascolto: il 23 febbraio il Viminale ha ricevuto i rappresentanti delle istituzioni di Castano Primo, Inveruno, Cuggiono, Bollate e Novate e si è impegnato a vigilare, prendendo i dovuti provvedimenti, ove possibile, secondo le norme italiane.
Sarà per questo motivo che il sindaco di Turbigo, pur avendo concesso per sabato 25 febbraio la Sala delle vetrate, si è ben guardato dal partecipare alla presentazione del libro sul trafugamento della salma di Mussolini. Chissà. Ovviamente il giorno prima, pur invitato in qualità di rappresentante delle istituzioni democratiche, ha disertato anche il battesimo della sezione ANPI locale. «Una serata molto partecipata, abbiamo già quaranta iscritti e cinque nuove adesioni, tutte di giovani», spiega il presidente Giuliano Cipelletti, insegnante di liceo in pensione.
Invece all’iniziativa di CasaPound c’erano in tutto una trentina di persone, compresi i militanti giunti da fuori paese. All’esterno due camionette dei carabinieri. Tanta bufera per nulla? In fondo, è stato “solo un tranquillo sabato fascista”.
Pubblicato mercoledì 8 Marzo 2017
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