L’esplorazione della presenza dell’estrema destra e del neofascismo italiano su Facebook ha avuto riscontri davvero inaspettati.

Dopo aver avuto l’attenzione della stampa nazionale e di altre testate la nostra ricerca è stata consultata decine di migliaia di volte e più volte menzionata in Parlamento e dalle più alte cariche dello Stato.

Abbiamo inoltre partecipato a numerosi incontri, in cui ogni volta presentavamo non solo la ricerca per come l’avevamo pubblicata ma offrendo anche un’anteprima sugli ultimi avanzamenti.

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Come si legge la mappa

L’apologia di fascismo

Inizialmente la nostra ricerca aveva esclusivamente uno scopo conoscitivo, c’era cioè il desiderio di capire quanto fosse vasto il fenomeno della presenza dell’estrema destra italiana e del neofascismo italiano su Facebook. Volevamo capire quali gruppi fossero maggiormente rappresentati, quali fossero considerati i più autorevoli, quali fossero i più popolari, quali i più attivi.

Volevamo provare a dedurre le relazioni fra questi gruppi e capire quanto di ciò che viene rappresentato su Facebook fosse poi davvero reale.

Da subito ha però preso campo il tema dell’apologia di fascismo, cioè l’intento conoscitivo si è subito trasformato in denuncia. Sia chiaro: era chiaramente anche uno dei nostri obiettivi, ma le cose sono procedute ben più velocemente di quel che ci aspettassimo. C’è stato un vero e proprio movimento di indignazione e questo non può che farci piacere.

I dati che abbiamo pubblicato a metà del dicembre 2016 erano incompleti: l’intento era quello di mostrare un lavoro in fase di definizione, per capire se vi fosse curiosità per un’analisi del genere, se il tema fosse sentito e se fosse adeguato l’approccio scelto.

Adesso, dopo il grande interesse suscitato ed altri 5 mesi di lavoro, vogliamo mostrarvi un ulteriore passo.

Perché fare una mappa del genere?

Al di là del problema dell’apologia di fascismo la rilevanza elettorale dei partiti di quest’area politica rimane comunque nulla o scarsissima a livello nazionale. E allora perché occuparsene?

A livello locale però qualcosa comincia a muoversi, sebbene fino a qualche tempo fa i candidati di quest’area riuscissero a farsi eleggere molto spesso solo presentandosi come indipendenti in liste di partiti più grandi, primi fra tutti Lega Nord e Fratelli d’Italia, si iniziano a registrare alcuni successi. Inedito l’exploit ottenuto da CasaPound a Bolzano, dove nelle amministrative 2016 sono risultati eletti 3 consiglieri comunali dalle liste della tartaruga frecciata.

In seno alle istituzioni scolastiche la diffusione dell’estremismo di destra è ancora più larga: sono svariate le scuole secondarie superiori dove la rappresentanza studentesca è affidata in buona parte ai movimenti giovanili di CasaPound e Forza Nuova. Negli ultimi anni si cominciano a registrare anche i primi successi a livello universitario.

Dimmi come parli…

Ma c’è di più.

Termini come “sovranismo” e “identitarismo” fino a meno di un anno fa erano pressoché sconosciuti alla politica nazionale, si trattava di temi che rimanevano limitati al serraglio dell’estremismo.

Adesso invece sono sulla ribalta politica, ad esempio con “Il Polo Sovranista”, la nuova aggregazione di Alemanno e Storace. E non è un caso che la più volte ipotizzata alleanza fra Lega Nord e Fratelli d’Italia potrebbe chiamarsi “Italia Sovrana” o “Alleanza Identitaria”.

Sono di questi giorni le dichiarazioni in cui Matteo Salvini riprende di nuovo l’idea di “sostituzione etnica degli europei”, ovvero quel piano Kalergi che è un grande classico del complottismo.

Da http://www.barbadillo.it/wp-content/uploads/2017/02/polo-sovranista-670×2741.jpg

Assistiamo quindi ad un debordare delle idee dell’estrema destra al di fuori dei propri confini.

Infine c’è la questione dell’attivismo sociale che nei gruppi più importanti e soprattutto in CasaPound, Forza Nuova e Lealtà – Azione ha raggiunto una vastità e una specializzazione di assoluto rilievo.

Vi sono associazioni che si occupano di ecologia, di cura degli animali o di escursionismo; vi sono squadre sportive, gruppi di motociclisti, tornei di calcetto; vi sono circoli culturali, circoli di lettura e librerie; c’è una diffusa rete solidaristica, di raccolte alimentare, di donazioni di sangue o di protezione civile. C’è insomma una ricchissima realtà associativa riconducibile all’estrema destra.

È importante sapere che dietro una raccolta di cibo per un canile, dietro una partita di pallone per sensibilizzare sui drammi della pedofilia, dietro una giornata a raccogliere i rifiuti abbandonati in un parco può esserci il tentativo di ottenere visibilità e riconoscimento sociale da sfruttarsi successivamente in chiave politica. Ovvero una cosa ben diversa dall’altruismo.

I dati completi

I dati sono completi. Naturalmente sono completi per quel che possono esserlo, i limiti che dobbiamo affrontare sono la vastità di Facebook e il continuo cambiamento dei contenuti ospitati da questa piattaforma.

Sono adesso oltre 3600 le pagine incluse nei criteri che ci siamo dati, fra queste abbiamo contato circa 500 pagine nelle quali sono presenti, in testi ed immagini, costanti collegamenti col fascismo e spesso espliciti apprezzamenti.

Il tempo trascorso da dicembre ad oggi ci ha inoltre permesso di farci un’idea almeno approssimativa degli sviluppi di questa area polito-culturale e possiamo affermare che, fra le pagine che vengono chiuse e quelle che vengono aperte, c’è un saldo positivo di 40-50 nuove pagine ogni mese.

I prossimi passi

Purtroppo non abbiamo trovato ricerche che abbiano forti similitudini con la nostra e per molti versi questo ci ha rallentato.

Da http://static.fanpage.it/wp-content/uploads/sites/3/2015/06/saluto-romano.jpg

Però al di fuori dei social media ci sono lavori con una visione analoga (ad esempio “Web nero” di Caiani e Parenti) che ci hanno fornito spunti ed ispirazione.

Sono molte le cose che ancora ci sono da fare, ma alcune sono già a buon punto.

Prossimamente vogliamo comparare la struttura delle relazioni interne ai gruppi più grandi e indagarne nel dettaglio le declinazioni nell’associazionismo e nel tessuto sociale.

Stiamo poi analizzando le connessioni fra le pagine italiane e quelle estere, per capire come i vari gruppi che rientrano nella nostra indagine si rapportano con gruppi analoghi a livello europeo e mondiale.

Infine il grande tema sottinteso dalla nostra ricerca: quanto ci dice della realtà effettiva il guardare alla realtà di Facebook?

C’è ancora del lavoro da fare, ma abbiamo elementi che ci permettono di scansare alcuni inganni tipici dei social media per poi arrivare a leggere fenomeni reali e non virtuali. Il passo ancora successivo sarà provare ad applicare gli strumenti predittivi offerti dalla statistica.

Naturalmente questa non è una ricerca di livello accademico e neppure si prefigge un obiettivo del genere. Tenteremo invece di rivolgerci ad un pubblico il più ampio possibile, cercando al contempo di rimanere ancorati ad un approccio scientifico. Vogliamo insomma offrire dati e informazioni su cui poi ci auguriamo si possano sviluppare riflessioni, discussioni e vigilanza democratica.


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