Sulla neve bianca bianca c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio, morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare, è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.
Gianni Rodari
C’è una storia di sacrificio per la libertà, di lotta contro l’occupazione nazifascista, ancora poco conosciuta. Riguarda il Meridione e famiglie che a tanti anni di distanza non sanno dove riposano i loro figli e nipoti che hanno dato la vita nella Resistenza. Ma mai hanno mai perso la speranza di trovare una tomba dove deporre un fiore, e ritrovare qualcuno che ha combattuto con i loro cari. Una vicenda umana che assume ulteriore rilevanza per chi, come chi scrive, è emigrato dal 1978 a Galliera, in provincia di Bologna, subito dopo aver preso il diploma di perito meccanico, ma non ha perso il profondo legame con la terra di origine. Sono figlio di emigrante: è mio padre ad avermi lasciato in dote questa “attitudine”. Nella vita ho assunto molti impegni che ho onorato con la passione di aiutare sempre il prossimo: sindaco di Galliera dal 1999 al 2009, responsabile nazionale di Avviso pubblico per i beni confiscati alle mafie e sostegno alle cooperative che li lavorano, responsabile degli investimenti in Coop Alleanza 3.0.
Conservo (come tanti) l’attaccamento viscerale alle mie origini e alla mia terra, motivo fondamentale di tutto il mio impegno sociale. La mia Accettura è un bel paese dell’alto Materano, ritenuto quasi estraneo agli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Quattro anni fa ho iniziato una ricerca che mi ha permesso di scoprire le vicende di tre giovani accetturesi che diedero la loro vita nella lotta al nazifascismo.
Nulla faceva presagire che questo mio piccolo borgo avesse annoverato tra i suoi figli 11 giovani combattenti per la patria e la libertà, che furono coinvolti in diverse regioni. Vi furono dei partigiani, dei deportati (quelli che non vollero aderire alla Repubblica di Salò), tutti assassinati dai tedeschi: sul sito dell’Anpi nazionale si legge che “circa 800.000 soldati italiani vengono catturati e disarmati dai tedeschi”. Uomini che erano in patria, così come uomini che si trovavano all’estero, tra Iugoslavia, Francia, Albania, Grecia e isole dell’Egeo, Polonia, Paesi Baltici e Unione Sovietica.
E a dimostrazione che l’Associazione dei partigiani è attiva nei territori per il recupero e il mantenimento della memoria attiva, sono entrato a far parte del Coordinamento Anpi di Matera il 6 dicembre 2021 e ho constatato che è un gruppo giovane ed energico. Con la collaborazione preziosa del coordinatore regionale Michele Petraroia che mi ha costantemente guidato nella ricerca e nei contatti con gli studiosi, sono approdato alla straordinaria scoperta del ritrovamento delle tombe di tre accetturesi in Germania e Polonia vittime dei nazisti. I nostri tre giovani martiri sono: Donato Belmonte di 28 anni, sepolto nel cimitero d’onore italiano di Berlino, Nicola Loscalzo di 28 anni, sepolto nel cimitero d’onore italiano di Amburgo e Antonio Garaguso, sepolto a 33 anni nel cimitero d’onore italiano di Varsavia.
Dal 4 all’8 novembre avrà luogo il viaggio a bordo di un pullman in compagnia di accetturesi sparsi in Italia e alcuni colleghi di lavoro della Coop per recarci nei cimiteri dove sono sepolti i nostri compaesani. Alle loro tombe deporremo un fiore, per dimostrare la gratitudine e il rispetto verso il loro sacrificio, che non è stato vano. Siamo in possesso delle posizioni tombali di ognuno di loro, grazie all’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini che me le ha fornite. Saremo ospitati a Berlino dal presidente dell’Anpi della capitale tedesca, Umberto Mastropietro, con il quale si è instaurato un rapporto di supporto e sostegno già a distanza, attraverso la Federazione lucani in Germania e la sua presidente, Anna Picardi.
A Galliera, quella che poi è diventata la mia seconda casa, molti sono i luoghi della memoria delle lotte e delle battaglie della Resistenza italiana; più in generale, in ogni paesino dell’Emilia Romagna si raccontano e commemorano gli episodi della lotta di Liberazione. E la Basilicata in questa lotta fu coinvolta apparentemente solo in parte: Matera fu la prima città a insorgere al nazifascismo con rivolta popolare, ma si pensava che i paesi meridionali di alta montagna non fossero stati toccati dalla Resistenza.
Questa scoperta, oltre a essere rilevante sul piano storico, mi rende orgoglioso del mio paese ed è un segno che i partigiani e i deportati vogliono comunicarci ancora qualcosa, sembrano dirci: “Adesso è un momento importante per il nostro Paese. Non dimenticate il nostro sacrificio, difendete sempre la libertà, siate solidali”. Tanti giovani tornarono alle proprie famiglie, segnati per sempre ma vivi: con questa scoperta tornano idealmente dai loro familiari e dai loro compaesani anche Donato, Nicola e Antonio. Mi auguro che possa essere un’iniziativa di pace e fratellanza e infine, dare tanta speranza ai giovani che apprenderanno dei loro concittadini.
Giuseppe Chiarillo, Coordinamento Anpi Matera
Pubblicato giovedì 3 Novembre 2022
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